
Ars Medical Poliambulatorio
Mercallo (VA), 21020
"Ho sentito un brivido lungo la schiena",
"la paura mi paralizza",
"e se svengo o impazzisco?"
"che ansia!"
La paura è una dotazione naturale che ci fa reagire immediatamente a un pericolo, permettendoci di metterci in salvo.
Alla paura corrisponde un'attivazione fisiologica: sudorazione, accelerazione del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, finalizzata ad attivare l'organismo all'eventuale attacco o fuga. Quando l'attivazione fisiologica si protrae nel tempo siamo di fronte all' ansia.
Vista l'importanza di questo meccanismo la natura ci ha dotati non di una, ma addirittura di due vie cerebrali della paura: la prima rapida, immediata, inconsapevole, istintiva; la seconda mediata dal pensiero, ragionata, quindi inevitabilmente più lenta.
La paura dunque esiste e ha una sua funzione. Ma non sempre è d'aiuto, a volte capita che la paura ci paralizzi, o che ci colga in modo così intenso da spaventarci essa stessa!
Allora la paura da risorsa può diventare un limite: un ostacolo, oppure una barriera invalicabile, come nel caso di chi è colto da attacchi di panico, o per paura di averne si ritrova imprigionato nella paura della paura e così non vive più.
Le reazioni più usuali a un'intensa paura sono:
La ripetizione di queste modalità nel tempo in realtà incrementa la paura e la sensazione di incapacità a gestire le situazioni temute, con l'effetto di far crescere ancora di più le sensazioni fisiologiche. Un'interruzione, invece, di queste tentate soluzioni disfunzionali fa rientrare la paura.
Queste osservazioni sono il frutto della trentennale pratica clinica svolta presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo e dai terapeuti affiliati sul territorio italiano e non solo.
La ricerca ha mostrato, inoltre, che nel momento in cui si impara a gestire la paura, invece che evitarla o controllarla, allora rientrano anche le sue reazione psicofisiologiche; mentre se si cerca di inibire solo le reazioni psicofisiologiche, magari farmacologicamente o col rilassamento, si blocca l'attivazione fisiologica, ma non si elimina la percezione della paura, che quindi resta a limitare o invalidare la vita della persona.
Mettere a fuoco queste caratteristiche ha permesso la costruzione di protocolli di intervento ad hoc, finalizzati a produrre un cambiamento rispetto alla percezione della paura, attraverso tecniche specifiche, come per esempio la Peggiore Fantasia.
I protocolli hanno un alto grado di efficacia ed efficienza: rispetto alle problematiche di tipo fobico la terapia breve strategica ha una percentuale di efficacia pari al 96 % dei casi e in breve tempo.
La terapia breve strategica parla in primis ai sensi, alle percezioni che abbiamo di noi stessi, degli altri e del mondo, guidando la persona a sentire diversamente, e solo in un secondo momento a capire. Riprendendo il pensiero di Tommaso d'Aquino, non c'è niente è nell'intelletto, che non sia passato prima per i sensi.
Scritto da: Veronica Cavalleri